Manufatti che si mettono a disposizione di una “funzione sacra” senza perdere la forza del proprio essere allusive ed evocative. Il rispetto dello spazio liturgico e la consapevolezza del valore simbolico di ogni oggetto suggeriscono dimensioni senza riferimenti spazio-temporali.
Lavori caratterizzati da strutture architettoniche originali, essenziali, dal sapore arcaico e contemporaneo, mai eccessivamente invasive, ma di grande impatto visivo. Composizioni che uniscono perfettamente elementi più tradizionali con geometrie intraprendenti.
Anche nelle Croci pettorali, pur comparendo parti in metallo semiprezioso e prezioso, non viene mai meno l’essenzialità delle forme tondeggianti, geometriche e asimmetriche che trovano il loro palinsesto ideale proprio nella base che completa la visione d’insieme.
I grandi Crocifissi sono in linea con le sue composizioni lignee: viene costruita l’anatomia di Gesù con una serie di elementi geometrici, alcuni più rotondeggianti, altri più severi, in perfetta armonia tra di loro. Spesso, la Croce viene solo allusa con le braccia sospinte verso l’alto (vittoria sulla morte).
I pastorali e le ferule mostrano l’umiltà e il severo senso di rispetto nei confronti dell’importanza simbolica dell’oggetto: l’utilizzo di un materiale “vivo” come il legno esalta quella sobrietà che suggerisce un viaggio spirituale, al tempo stesso, antico e contemporaneo.
Opere che pur mettendosi a disposizione di una “funzione sacra”, non smarriscono la forza del proprio essere allusive ed evocative, non scendendo a compromessi con un eccessivo didascalismo. La materia lascia spazio a una magia compositiva che conduce ogni persona in un viaggio sia dentro di sé che verso la luce divina.
Solitamente siamo abituati a incontrare le Stazioni della Via Crucis lungo le navate delle chiese, quasi in disparte rispetto al resto dell’arredo liturgico. Pasquale Galbusera riscatta questa proposta artistica proponendo una personale rivisitazione in chiave mariana, destinata anche ai musei, in cui convivono la valenza storica con quelle estetica e devozionale. In un’efficace sintesi stilistica, che nulla concede alla decorazione, Maria che non abbandona mai il figlio Gesù diventa simbolo dell’amore incondizionato che sconfigge la morte e la sofferenza. La luna, che ritma il percorso percettivo di ogni Stazione, rappresenta il mistero legato alla salvezza del genere umano.
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