Pasquale Galbusera pittore e scultore italiano. Partendo dal suo territorio natio, si scopre l’iniziazione interiore nelle testimonianze immediate del percorso che disvela un filo conduttore con le tele, le sculture e i monumenti distribuiti sul territorio della penisola, per approdare alle opere sparse per il mondo che interagiscono e inducono al dialogo introspettivo.
“Le sculture in radica di tuja e in radica di amboina richiamano alla mente processi di creazione, cristallizzazione e metamorfosi: le curve, morbide e rotonde, tolgono peso a una materia che si concede alla deflagrazione della luce, rivelando una serie di nervature – più accentuate nella tuja – che rendono ogni legno unico”.
“In tanti anni Galbusera ha avuto accanto un proprio personalissimo angelo, che lo ha custodito e accompagnato nel viaggio innamorato attraverso la fabbrica della materia, attraverso il bronzo, l’acciaio, l’ottone, il vetro, la ceramica, la pietra vulcanica, fino ad arrivare qui al niveo biancore del marmo d’Anatolia e al calore-colore ambrato del legno d’ulivo”
“Il nuovo arredo liturgico della cripta della Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli (…) progettato e realizzato dall’artista Pasquale Galbusera, risponde in modo efficace alla destinazione celebrativa della cripta, confermando la fecondità del rapporto tra liturgia e arte contemporanea (...)”
“Pasquale Galbusera abita la materia, la plasma in una maniera personalissima. Nelle sue mani non è qualcosa di indifferente; di inerte che si possa piegare ad ogni desiderio formativo, è come un ‘avversario’ con cui egli si misura, si confronta. Non tenta di violarla bensì di esaltarne la forma, di farla vivere come una roccia o una pianta, di darle una esistenza autonoma”. ..
Il Bernareggino ha girato il mondo con il corpo, la mente, il cuore e l’anima. Ogni viaggio gli ha permesso di evolvere, conoscere e conoscersi. “Non ho tempo per imparare tutto ciò che vorrei – diceva ogni volta che tornava a casa –, ma certamente posso continuare a crescere e contribuire a far crescere altre persone attraverso le mie opere”. Francia, Belgio, Marocco, Tunisia, India, Svizzera, Lussemburgo, Portogallo, Brasile, Giappone, Argentina, Polonia, Svizzera: sono questi alcuni dei paesi che ha incontrato nel suo percorso esistenziale e artistico, con cui si è confrontato con il rispetto di colui che “chiedeva permesso” anche quando era invitato come ospite d’onore.
Sono tante le collezioni che hanno accolto i suoi lavori, molteplici le gallerie d’arte, gli spazi espositivi pubblici e privati, e i musei che hanno ospitato le sue mostre personali, diverse le chiese che sono state valorizzate attraverso i suoi progetti di arte sacra, ma alla fine il pensiero dell’uomo-artista era sempre lo stesso: “Ogni opera che lascia il mio laboratorio porta via una parte di me, ma la luce negli occhi di coloro che l’hanno accolta nel proprio spazio pubblico o privato mi ripaga di una vita spesa a rincorrere l’anima di tutte le cose”.
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